Salta il confronto tra governatori e CdM sulla “Secessione dei ricchi”!

Questa mattina un tweet del Partito del Sud mi dava la buona novella: salta il confronto tra governatori e CdM sul regionalismo. Il tema non è neache nell’agenda del pre-consiglio di oggi 13 febbraio. Una buona notizia a patto che si continui sulla strada della ragionevolezza. A tal proposito vi sottopongo le bozze di intesa sul regionalismo differenziato di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (qui anche una sintesi delle bozze su università e scuola ) rese pubbliche dal sito ROARS, affinché siate voi lettori a giudicarle: ragionevoli o inique?

Illuminante a tal proposito è sicuramente l’intervista di oggi al Prof. Viesti su Jacobinitalia.it che vi invito a leggere.

Tuttavia, se il buongiorno si vede dal mattino, sembra proprio che i pentastellati abbiano capito la lezione e non vogliano cedere su una riforma in salsa salviniana, che creerebbe italiani di serie A e serie B. Salvo poi subire la ritorsione mafiosa-leghista sul RdC. Già, perchè pare che Salvini si sia messo di traverso e voglia modificarlo in modo sostanziale a botte di emendamenti. Ce lo dice Claudia Marin su Quotidiano.net dove riporta come sia “principalmente il partito di Matteo Salvini a intestarsi la battaglia per fissare paletti più severi per la conquista del reddito di cittadinanza. Per gli stranieri, per esempio, si esclude la possibilità che per chiedere il reddito sia sufficiente la presenza di un familiare in possesso di un permesso di soggiorno mentre un altro emendamento stabilisce l’obbligo di certificazione, tradotta in italiano, della composizione del nucleo. In chiave anti-divano, si prevede come requisito che almeno uno dei componenti del nucleo familiare abbia corrisposto, nei dieci anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi. Un altro emendamento chiede che ogni mese arrivi all’Inps l’attestato dell’adempimento degli obblighi prima dell’accredito mensile del reddito. Ai giovani richiedenti il reddito di cittadinanza che abbiano tra i 18 ed i 28 anni si prescrive un anno di servizio civile obbligatorio. Non basta: deve salire da 8 a 36 il tetto di ore che i beneficiari del reddito devono impiegare in servizi resi alla comunità, nell’ambito del Patto per il Lavoro e per l’inclusione sociale”.

E ancora:” il sussidio può essere rinnovato una sola volta per un periodo pari alla prima erogazione”. Ma l’emendamento più restrittivo riguarda, caso vuole, il Sud ovvero “la proposta di bloccare il doppio bonus per chi assume un percettore del reddito di cittadinanza under 35″.

Due domande: signori del Sud, e in particolare dell’Abruzzo, che votate Lega, avete bisogno di ulteriori prove per capire come questa gente vi stia, ancora una volta, prendendo in giro? Ministro (della Repubblica?) Salvini, ma lei non aveva afferamato, un’ora dopo le regionali in Abruzzo, che nulla era cambiato nei rapporti al governo?

La speranza, ma soprattutto il buon senso, vorrebbero che i pentastellati, almeno questa volta, non scendessero a compromessi, mantenendo le promesse e tutelando i diritti della gente del Sud, vero bacino dei loro voti, fautore del loro successo il 4 marzo, ma soprattutto unica speranza di ripresa per l’Italia! Adesso bisogna battersi per l’abolizione del Regionalismo Nordico, l’apertura di un tavolo di confronto regionale per un’attuazione equa della riforma (se per forza deve essere), sulla cui approvazione non si giochi al ribasso del RdC. Insomma se oggi si è fatto un primo passo avanti, che sia nella giusta direzione! Altrimenti si corre il rischio di farne due indietro!

d.A.P.

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