La Carfagna va in video conferenza con Draghi e 10 Stakeholders.

Save the date: il 23 e il 24 marzo il futuro del Sud cambierà definitivamente prospettiva. La Carfagna ha organizzato una due giorni full immersion con il primo ministro e dieci tra i maggiori (e migliori, loro sì) stakeholders meridionali. Per far cosa? Per ascoltare, lei e Draghi, ciò di cui il Sud ha bisogno, materia dalla quale sia l’ex banchiere che l’ex soubrette sono totalmente avulsi.

Questa sorta di convocazione degli stati generali meridionali, infatti, denota la totale assenza di prospettiva politica per il Mezzogiorno da parte di un governo nato dal potere e per il potere. Un governo che senza batter ciglio prima recepisce e poi attua i dettami Confindustriali per dirottare a nord il malloppo, mentre per le briciole a Sud necessita di video conferenze, di incontri, di inutili teatrini e dichiarazioni di una ministra tanto inadeguata quanto sprovveduta nel rilasciare le sue interviste (vedi l’ultima a La Repubblica).

Anche questa ulteriore iniziativa si rivelerà l’ennesima passerella per la ministra e per il premier. Evento che il mainstream si affannerà a far passare davanti ai nostri occhi come una svolta epocale per il Mezzogiorno, alla quale mai nessuno aveva pensato. Dispiace dirlo, per quanto sia evidente a tutti, ma la Carfagna non è Provenzano e Draghi non è Conte. Il motivo è semplice: seppur con tutti i suoi limiti, il precedente governo non ha messo in scena simili pantomime, ma ha cercato di lavorare, attraverso la competenza che tutti riconoscono a Provenzano, per mettere su carta un piano che in prospettiva risollevasse l’economia del Sud.

E in quel piano, ancora insufficiente, c’era a livello embrionale ciò che Viesti, Giannola, Grassi, Paliotto e Scudieri, tra gli altri, ripeteranno ed illustreranno per l’ennesima volta negli ultimi 5 anni all’ennesimo governo totalmente e intenzionalmente impreparato ad affrontare una simile tematica.

Ripeteranno come per il Mezzogiorno siano inutili le buone intenzioni, ma occorrano fatti, cioè soldi da stanziare obiettivo per obiettivo, indicando dove sia necessario intervenire, come e in quanto tempo, senza rinvii, monitorando i progressi fino al naturale completamento previsto nel 2026 e soprattutto senza l’interferenza della Conferenza Stato Regioni per ribadire in modo deciso come il Mezzogiorno sia la parte fondamentale di una visione nazionale nella quale Bonaccini & Co. nulla c’entrano. Ribadiranno la centralità dei LEP, delle ZES, delle infrastrutture, del mare e delle università. Ripeteranno ciò che da un ventennio a questa parte era ed è nella contezza di tutti i governi che si sono tra loro avvicendati e che senza vergogna si son guardati bene dal mettere in pratica. Infatti, il primo e l’ultimo governo che ha timidamente fatto un tentativo è finito gambe all’aria per due volte. Ma voi state pur sereni. Draghi non correrà mai questo rischio e la Carfagna continuerà ad organizzare eventi.

d.A.P.

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