Mentre la città è allo stremo, il Sindaco incassa un “niet” da Roma sulla legge per il risanamento e vede triplicarsi il suo stipendio. Ottime premesse.

Magari c’aveva sperato davvero il sindaco di Napoli in quel patto/pacco siglato con il gotha del centro sinistra durante la campagna elettorale. 200 milioni di euro l’anno da inserire nella finanziaria del governo e la faccenda si sarebbe conclusa nel migliore dei modi. E magari aveva avuto anche ampie rassicurazioni. Già me li immagino Conte e Letta che dicono a Gaetano “Non ti preoccupare, ci parliamo noi con Draghi. Vedrai che i soldi escono”. E così Manfredi ha potuto raccontare del patto/pacco facendo man bassa di voti (dei votanti, s’intende) e salendo a Palazzo San Giacomo. Salvo poi ammettere ieri, dal palco della Si Academy di San Giovanni, di essere a conoscenza «che il Patto per Napoli non c’era nella legge di Bilancio, ma la finanziaria si chiude a dicembre».

Quindi il patto era un pacco e a dicembre Manfredi si vedrà staccare da Draghula il vampiro un misero assegno da 120 milioni. Per il futuro, poi si vedrà perché la legge speciale per i comuni in dissesto e in predissesto ancora non c’è e chissà se mai ci sarà. E quando e se ci sarà vedremo come funghi spuntare i comuni padani pronti anche a falsificare i bilanci pur di avere quei soldi. O magari i soliti parametri truffaldini porteranno i fondi altrove. No, non sto farneticando. È storia, e anche recente. Basta andare a leggere i bandi del Pnrr.   

E parlando di futuro, il Sindaco ammette: «Se dobbiamo fare investimenti per dare risposte ai napoletani – e io mi sono candidato per questo e sono stato votato per dare risposte – dobbiamo avere le risorse e gli strumenti». Sembra quasi di essere già ad un passo dalle dimissioni, perché, statene certi, gli strumenti non arriveranno o comunque saranno insufficienti. E allora come si fa a trattenere Manfredi e la sua giunta?  

Come da tradizione coloniale: si alzano gli stipendi per tenerli zitti e buoni. Se non lo sapete ancora, infatti, all’interno della manovra economica, il governo Draghula ha “teso una mano” ai sindaci, ma non alle città e dunque ai cittadini. Per i primi cittadini delle aree metropolitane scatta un robusto aumento di stipendio che lo equiparerà a quello dei Presidenti di Regione. A conti fatti se De Luca guadagna 13.800 euro mensili, Manfredi vedrà triplicato il suo stipendio, mentre gli assessori, la cui retribuzione è pari al 65% di quella del Sindaco, passeranno da 2800 euro mensili a 9100.

Niente soldi alla città, dunque, ma alla sua giunta certamente sì! Per fare cosa? Per rimanere zitta e buona. Questo era fin dall’inizio il PACCO per Napoli e questi fatti ci fanno ben comprendere quale futuro oscuro attenda Napoli all’interno della trascuratezza riservatagli dal governo nazionale e dell’indifferenza dei suoi amministratori. Si sta condannando alle retrovie la realtà urbana e metropolitana che ha più margini di crescita, il maggior numero di piccole imprese innovative, una dimensione universitaria riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. I napoletani sono avvisati e si spera che prima o poi (meglio prima che poi) prendano atto che per costoro Napoli non esiste.

d.A.P.

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