Niente da fare. Il Napoli perde con il City 4 a 2 e dice quasi addio alla Champions. In realtà le speranze ci sarebbero: battere Shakhtar e Feyenoord e sperare che il City batta gli ucraini nello scontro diretto. Ma a costo di essere impopolare, quando si iniziano a fare i calcoli è meglio uscire.

E non per l’Europa League.

Dico uscire, tornare a casa. Con buona pace di tutti. Se c’è un limite a questo Napoli, lo abbiamo capito tutti ieri sera: si chiama panchina. La svolta della partita infatti è stata l’infortunio di Ghoulam, sostituito da Maggio. E  non perchè il buon Christian non sia un buon giocatore, nonostante l’età, ma perchè le caratteristiche sono totalmente diverse. Uscito l’algerino il possesso palla del Napoli si è dimezzato in un quarto d’ora di gioco, passando dal 60 al 30%. In tre minuti (al 31° esce Ghoulam) il City pareggia e nel secondo tempo passa al primo corner. Entrambi i gol di testa il primo su Hysaj adattato a destra; il secondo su Maggio troppo debole a sinistra.

In una squadra che vuole vincere qualcosa (non la Champions, non ancora) non è concepibile andare in emergenza con un infortunio per reparto. Ha cominciato Milik e siamo rimasti solo con Mertens (ceduti Zapata e Pavoletti); è successo a Ghoulam e non abbiamo atleti con le stesse caratteristiche (ceduto Strinic e Mario Rui non si sa chi sia). Vanno bene le prospettive, ma occorrono anche garanzie per il tipo di gioco che fa Sarri. Questo è un leit-motiv che il Napoli si porta dietro da parecchi anni e il cui staff tecnico, con in testa il presidente, sembra non volerne prendere atto.

Poi possono arrivare le lodi di Guardiola, possiamo dire che la traversa di Insigne e il miracolo di Ederson su Callejon non ci hanno favorito, ma questa è un’altra storia.

In Napoli sicuramente ha tenuto botta, ma non può e non deve essere una squadra che va in emergenza con due soli infortuni.

Chi ha orecchi, intenda!

d.A.P.

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