Proprio così. L’omicidio del tifoso del Napoli da parte di Daniele De Santis a Roma, prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014, fu soltanto una bravata. De Santis infatti quel giorno non sapeva proprio cosa fare e decise di scendere in strada tra i tifosi che si recavano allo stadio per far loro uno scherzo di cattivo gusto. Cito dal dizionario dei sinonimi e contrari Treccani: bravata s. f. [der. di bravo]. – 1. [atto di millanteria provocatoria] ≈ (non com.) braveria, fanfaronata, guasconata, millanteria, (scherz.) rodomontata, smargiassata, spacconata, spavalderia, vanteria. 2. (estens.) [atto audace e spavaldo: fare la b. di scalare la parete da solo] ≈ (non com.) bravura, impresa, prodezza.

Ma allora De Santis voleva solo provocare; voleva solo fare lo spaccone, lo smargiasso; insomma il Gastone guascone. Tuttavia ha ucciso un ragazzo e questo dalle mie parti si chiama omicidio e deve essere punito con il massimo della pena. La bravata non può essere un’attenuante; o davvero i giudici della corte di appello, che per questa bravata hanno ridotto la pena al Gastone da 26 a 16 anni, quel giorno erano nella testa dell’omicida per dire che non voleva uccidere nessuno? Per i magistrati, infatti, l’azione di De Santis non fu un agguato, ma “una scomposta azione dimostrativa”.

E se fosse stato un tifoso della Roma ad essere ucciso da un ultrà napoletano, avremmo potuto sperare nel medesimo trattamento?

La giustizia o è, o non è. Un omicidio resta un omicidio e deve essere punito in modo esemplare specialmente quando, come in questo caso, accade per futili motivi come una partita di calcio.

Si parla tanto, in questa Italietta, di sicurezza negli stadi prima e dopo gli eventi sportivi; di fatto siamo nel paese del bengodi dove tutto è permesso: tanto prima o poi avrai uno sconto della pena. Fidatevi.

d.A.P.

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