Gli ultimi sviluppi della vicenda Open Arms rischiano di favorire di nuovo il leghista. 

È di poco fa la notizia di un comunicato di Salvini in risposta alla richiesta di Conte. Dalla Open Arms sbarcheranno i minorenni, ma il leghista ne fa ricadere la responsabilità esclusivamente sul Presidente del Consiglio. La mossa è di quelle intelligenti per due motivi. 

Primo: Salvini sta dicendo ai suoi sostenitori che è il Presidente Conte a costringerlo a questa decisione, “suo malgrado”. Pertanto non si assume alcuna responsabilità sui destini di queste persone né sulle conseguenze a livello sociale che il loro sbarco può comportare, anzi accusa il Presidente del Consiglio di interferire nel suo lavoro, mentre lui “lealmente obbedisce”, dimenticandosi però, il sig. Salvini, che solo qualche mese fa sosteneva di fregarsene meno di zero delle parole di Conte.  

Secondo: Salvini sta dicendo ai suoi oppositori “vedete che ho un cuore anche io? Vedete che non sono razzista?”… Ma soprattutto lancia un nuovo messaggio di appeasement ai 5 stelle i quali dal suo gesto potrebbero intendere che una riappacificazione, in un Conte bis, porterebbe la Lega Nord a più miti consigli. Ed il messaggio è specialmente rivolto a quelli dei 5 stelle che con il PD non andrebbero mai.
Quindi, la vicenda migranti, in generale, rischia di favorire in un modo o nell’altro il sig. Salvini. Certamente pesa, sulla sua decisione, anche l’apertura dell’inchiesta per sequestro di persona, dalla quale il Senato difficilmente salverà di nuovo il leghista. Ma così come i malati, non erano tutti malati, i minorenni potrebbero non esserlo tutti, ribaltando la situazione. 

Che fare allora? Bisogna comprendere innanzitutto che il successo politico di Salvini si basa essenzialmente sull’immigrazione come causa della criminalità. È stato abile, nella prima e nella seconda campagna elettorale, ad intercettare e risvegliare i peggiori istinti degli italiani che, anche se sopiti, sono ancora facilmente ridestabili. In effetti c’è da ammettere che fino al 2018 la politica migratoria italiana, fino a Minniti, è stata fallimentare. Non si dice il falso quando si afferma che l’Europa se n’è fregata miseramente dei flussi di migranti che sbarcavano in Italia, regolamentandoli a proprio piacimento in modo da penalizzare il nostro paese. Non si commette nessun errore se si ricercano le responsabilità di quegli accordi nei firmatari, nostri rappresentanti dell’epoca. E non si sbaglia nel voler cambiare tali accordi modificandoli secondo il principio che chiunque metta piede in Italia mette piede in Europa e pertanto la responsabilità di questi disperati va condivisa. Fin qui la politica del fu governo giallo-verde è condivisibile, decreti sicurezza a parte. Ciò che non può essere condiviso, e viene ancora sottaciuto, è il fatto che il nostro ministro degli interni non abbia mosso un dito per intrecciare un dialogo europeo sulla questione, arroccandosi sugli estremismi più beceri che lo hanno immediatamente reso inviso a Bruxelles, ma che ne hanno fatto un eroe in patria. Si è sistematicamente assentato, senza validi motivi, ai pochi incontri sul tema, siano essi stati ufficiali o ufficiosi, tentando un accordo con i Visegraad che, verosimilmente, lo hanno rispedito a casa a mani vuote. Sorge il dubbio, quindi, che il sig. Salvini, in realtà, non abbia mai voluto veramente risolvere, o perlomeno tentare di approcciare, la questione sui tavoli europei, ma che l’abbia esclusivamente utilizzata per personale tornaconto elettorale fino all’8 agosto scorso. 

Ora però non è il momento degli assist, ma il momento di chiudere definitivamente, proprio grazie al regalo di Salvini, questa sciagurata esperienza di governo, aprendone un’altra, con le attuali forze disponibili in Parlamento, che ci porti a dialogare con la nuova Europa la quale vede nella Von Der Leyen un interlocutore disponibile a modificare gli accordi di Dublino. Questa è la condizione attraverso la quale l’Italia può accogliere tutte le persone che bussano alla sua porta: un’equa distribuzione su tutto il territorio europeo, prevedendo sanzioni economiche per chi non voglia rientrare nei nuovi accordi. Per questo bisognerà battersi, ed è meglio che anche il PD lo capisca se vuole governare e riprendersi i voti leghisti. La questione migranti/sicurezza ancora brucia nella pancia degli italiani, ragion per cui dileggiare e criticare oltre il dovuto il sig. Salvini sulle vicende in corso, potrà solo arrecargli beneficio, avendo dalla sua anche i numeri presentati il 15 agosto a Castel Volturno, rimpatri a parte. 

La prima regola per sconfiggere il nemico è sfidarlo sul terreno a lui meno congeniale, in questo caso, la crisi di governo . Un modesto avvertimento, il mio, per 5 stelle, PD e Conte.

d. A. P. 

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