Dal collaborazionista Boccia, passando per il bulldozer De Micheli e finendo al nemico Bonomi; tutti tramano sottobanco contro il Mezzogiorno per “accontentarlo” con le briciole. Nel mezzo il ministro Provenzano e il letargo dei “governatori” meridionali!

All’assemblea nazionale di Roma il governo terrone si è di nuovo prostrato ai piedi di Confindustria. Lo stesso hanno fatto gli imprenditori meridionali applaudendo al surreale discorso di Bonomi che ha rivendicato il primato produttivo nordico, quindi i soldi del RF, contestando integralmente il lavoro svolto finora dal governo ed in particolar modo dal ministro Provenzano in materia di coesione territoriale. Poche le voci di imprenditori meridionali fuori dal coro che hanno sostenuto lo sgravio del 30% come misura di rilancio, seppur parziale, dell’economia a Sud.

Un Sud assediato a 360 gradi che vede come suo ultimo baluardo il ministro Provenzano lasciato colpevolmente, se non volutamente, solo dal governo più inetto degli ultimi 50 anni! Ministro che, pur di non far cadere la sua terra nelle mani del PUN (vedi le voci su De Vincenti), è costretto a rispondere “moderatamente” su argomenti importanti e cruciali attirandosi così le ire anche dei meridionali che lo vedono distaccato e vagamente passivo nel far valere le loro esigenze e i loro diritti.

Un Sud disprezzato da Bonomi che lo accusa di non saper spendere le “generose” risorse concesse dai loro governi attraverso i vari progetti sulla falsa riga di “Resto a Sud”; omettendo attentamente di dire che l’esiguità di queste misure non avrebbe risollevato le sorti neanche della più misera azienda veneta in crisi; omettendo attentamente di dire che l’illegalità dilaga ormai molto più a nord che a sud o perlomeno che siamo alla pari (il che significa che in proporzione loro ci battono alla grande!); omettendo attentamente di proferire parola su quali risorse individuerebbe per infrastrutturare il Mezzogiorno se quelle del RF le vuole tutte per sé!

Un Sud tradito da Boccia che pur di compiacere il PUN si piega alla ragione autonomista della peggiore Lega di sinistra (?), il PD di Bonaccini, concedendo, nel suo disegno di legge, due mesi al parlamento per esaminare una complessa riforma come quella autonomista e sei mesi per capire quali sono i divari che affliggono il Mezzogiorno. Un ragionamento alla rovescia, come il cervello del ministro, visto che i divari sono ben noti!

Un Sud irriso dalla ministra De Micheli che vuole la pista ciclabile sul ponte però inaugura il terzo (dico terzo) valico di Genova e scrive, in occasione del salone nautico del capoluogo ligure, che il Governo ha deciso di investire molte risorse su Genova e la Liguria perché considera questo territorio come strategico per tutta l’Italia. Il riferimento è al miliardo stanziato per la nuova banchina, ricavata dragando i bassi fondali del porto, che permetterà l’attracco delle nuove navi cargo. Eppure Gioia Tauro i fondali adatti ce li ha a costo zero!

E tralascio volutamente la schiera di economisti più o meno autorevoli, alcuni riesumati, che fanno blocco nel negare i 60 miliardi all’anno (pensioni o non pensioni), perché non basterebbero km di pagine.

L’assedio in corso, tuttavia, non deve essere vittorioso. E molto dipenderà dal blocco dei letargici “governatori” del Mezzogiorno. Abbiano, questi signori, gli attributi di schierarsi apertamente con Provenzano inaugurando, soprattutto in Conferenza Stato/Regioni, un nuovo quanto inedito blocco Sudista alla stessa stregua di quello del PUN che non guarda in faccia a nessuno quando si tratta dei propri interessi pagati con i soldi degli altri!

Non è più il tempo dell’appartenenza ai partiti, lo dimostrano le vittorie di Emiliano e De Luca; non è più il tempo di vendersi per le briciole delle loyalties, lo dimostra lo stato di abbandono della splendida terra di Basilicata; non è neanche il tempo della connivenza con i poteri forti che ha fatto tacere, dopo i toni trionfalistici seguiti all’inserimento del ponte nel piano straordinario di infrastrutturazione, tanto Musumeci quanto la Santelli.

Per riprendersi ciò che gli spetta, il Sud può contare solo sulle sue forze. Ed è alquanto surreale che prima dei i suoi politici lo abbia compreso la società civile.

I presidenti di regione si sveglino dal letargo e troveranno in Provenzano un valido alleato. Diversamente sarà tardi, per tutti… anche per loro!

d.A.P.

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