La Rete dei Sindaci scende in piazza, ma per le tv nazionali non esiste. E la Carfagna, intanto, dà i numeri.

Ieri 25 aprile in Largo di Palazzo a Napoli c’era una cospicua delegazione dei sindaci della Rete Recovery Sud riunitasi per protestare contro l’iniquo riparto del Recovery Fund che il governo dei peggiori faccendieri dei potentati nordici e delle lobbies si appresta ad approvare martedì prossimo.

Il tutto condito dalla complicità di un ministro per il Sud, contro il Sud, che ancora una volta tenta di giustificare il suo scandaloso operato affidandosi ad un post sul proprio profilo Facebook nel quale snocciola cifre e percentuali che, manco a dirlo a sua insaputa, svelano la verità.

E la verità è che è in corso il furto del secolo; la verità è che la ministra Carfagna è in totale stato confusionale. Non parla più, infatti, di anticipo dai FSC, ma solo di 82 miliardi del RF da spendere in 5 anni, non è dato sapere come, che farebbero lievitare il pil del Mezzogiorno di 22 punti percentuali contro una media nazionale del 15% e una crescita al centro-nord del 13%. Ma così facendo si dà da sola la zappa sui piedi perché (ribadisco a sua insaputa) non fa altro che confermare gli studi del Movimento 24 Agosto secondo i quali ogni euro investito al Sud produce, per quel territorio, un incremento del pil in percentuale maggiore dello stesso euro investito nel centro nord. E sia chiaro che in valore assoluto il 22% del Sud è comunque ancora inferiore al 13% del centro nord. Non contenta, poi, dell’involontaria gaffe, la ministra posta una slide dove sommando PNRR, REACT-EU, fondi strutturali 2021-27 e FSC arriviamo alla bellezza di 202 miliardi. Peccato, signora ministra, che qui si stia parlando solo, e dico solo, del PNRR perché tutte le altre misure prevedono soldi che già sono del Sud nella qualità di misure aggiuntive e non sostitutive. Peccato che si parli, insomma, dello straordinario e non dell’ordinario. Ancora disinformazione, dunque, che la Carfagna, o chi per lei tra i suoi fedelissimi collaboratori, sta facendo, sapendo di farla, ai danni di un terzo della popolazione italiana che, mi consenta (per usare un’espressione a lei cara) signora ministro, a questo punto italiana non si considera più!

E disinformazione è stata fatta anche da tutte le televisioni nazionali nei confronti di un evento che ha dell’epocale. Chi vi scrive era in piazza a Napoli e vi garantisce che non una troupe della Tv di stato o di Mediaset è stata vita transitare, neanche per caso, da quelle parti. Un evento che ha coinvolto i primi cittadini rappresentanti di 20 milioni di italiani (?) è stata seguita di striscio solo dal Tg regionale e volutamente oscurata dal resto dell’etere. Neanche i peggiori regimi oscurantisti e dittatoriali avrebbero saputo fare meglio. Solo ETv con la collaborazione degli inviati di Vesuvio Live era in piazza per documentare la protesta e fare informazione per le migliaia di cittadini che ne hanno seguito la diretta. Un successo, certo, ma del quale in un paese civile si farebbe volentieri a meno. I sindaci hanno gridato “liberiamo l’Italia dal divario” ed hanno concordato insieme misure, anche drastiche, da attuare qualora il governo resti ancora una volta sordo a questo grido.

Io però, oggi, voglio andare oltre. Perché se il governo italiano dovesse perpetrare nell’ottusa indifferenza alle rivendicazioni di 20 milioni di persone, allora che il grido diventi “liberiamo il Sud dall’Italia”. Perché se l’Italia, oltre ad essere iniqua con una parte del suo popolo, dimostra con i fatti (e non solo quelli di ieri) di essere un regime che per sopravvivere e perpetrare i suoi soprusi censura il diritto alla libera informazione dei suoi cittadini proprio nel giorno in cui festeggia la liberazione dal nazi-fascismo che della censura si serviva per la propria propaganda, allora io sono stanco di essere italiano. E forse non lo sono mai stato!   

d.A.P.

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