Il Presidente della Regione Campania si smarca da Calderoli e si allinea a Bonaccini. Ma non può essere lui a trattare per il Sud sull’autonomia differenziata.

di Paolo Nino Catileri

Autonomia Differenziata? Sì, anzi no. De Luca senior prima accelera, poi inchioda sulla Autonomia Differenziata di Calderoli. E lo fa proprio sui Lep e sulla spesa storica utilizzando le argomentazioni di Bonaccini che intanto ha designato De Luca junior a suo coordinatore per la campagna congressuale del PD nel mezzogiorno.

Sembrerà banale, ma spesso (come qualcuno diceva un po’ di tempo fa) a pensar male ci si azzecca. Da adesso la parola d’ordine dello sceriffo è sburocratizzazione, la stessa di Bonaccini. Una sburocratizzazione radicale dell’Italia perché De Luca, e Bonaccini prima di lui, hanno bisogno “di poter avere tempi di decisione rapidi su tutto”.

Della serie bando alle ciance: decidiamo al tavolo delle regioni quanto spetta ad ognuno…un accordo si trova sempre e valga quello come parola tra gentiluomini. Solo che ai governatùr, che tanto gentiluomini non sono, il discorso non gli scompinfera. Si tratterebbe infatti di abbandonare le pretese sui 9/10 del residuo fiscale che gli occorre come il pane per tenere in piedi tanto gli sprechi fatti finora, quanto quelli futuri.

E i Lep? Non sono graditi ad entrambe le parti. Ai piddini perché il tempo che occorrerebbe per la loro definizione (altro che sei mesi!!!) farebbe cadere il discorso dei “pochi” (mica tanto) maledetti e subito, ai nordisti perché sottrarrebbero loro il residuo fiscale.

E così la patata bollente resta in mano al razzista Calderoli che gira il Sud italia cercando consensi per una supercazzola di legge quadro la quale, se da un lato recita che dall’applicazione della legge, così come da ciascuna intesa stato-regione, lo stato non deve rimetterci una lira, dall’altro dichiara che i Lep vanno finanziati (quindi con oneri a carico dello stato). Soprattutto propone che per il calcolo dei fabbisogni standard si considerino gli ultimi tre anni cioè quelli della pandemia che, solo per fare un esempio, hanno visto schizzare alle stelle la spesa sanitaria a nord. Tutto questo garantendo l’invarianza finanziaria delle regioni che l’autonomia non la chiedono. Se poi i Lep non saranno definiti per tempo (un anno, ma ne sono trascorsi venti), allora si andrà avanti con la spesa storica. Bidibibodibibù!!! 

Se non ci avete capito niente, non preoccupatevi. È una prerogativa delle leggi italiane. Le certezze, tuttavia in tutto questo bailamme, sono due: la prima è che il calcolo dei Lep e dei fabbisogni standard in realtà esiste, ma fu insabbiato a suo tempo da tal Giorgetti in bicamerale federalismo…dunque i dati ci sono; il secondo è che ci troviamo di fronte al tentativo di attuare di fatto una secessione economica del paese, capitanato dalla parte più ricca a danno di quella più povera. E non ci sono Bonaccini o De Luca che tengano di fronte al progetto secessionista nordico leghista perché il ruolo del PD nella vicenda autonomista è sempre stato ambiguo ed in crisi perenne di identità. Motivo per il quale, se così dev’essere, non sarà certamente De Luca a dover trattare “la resa” per il Sud che, al contrario, potrebbe uscirne vincitore ponendo su quel tavolo le proprie condizioni: siamo noi che ce ne andiamo, non prima però che ci abbiano restituito il maltolto! Il Movimento Equità Territoriale è pronto a rappresentare il popolo meridionale a quel tavolo, è pronto a procurar battaglia.

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