Il governo dei migliori alle prese con condoni, vaccini e depistaggi.

Stiamo ancora tutti aspettando per i 500 mila vaccini al giorno promessi da Figliuolo. Gli annunci in TV e sui giornali si sprecano e spostano sempre più in là l’attesa per un Godot che tarda ad arrivare e probabilmente mai arriverà se, come sembrerebbe, si è puntato tutto su Astra Zeneca che un giorno dopo l’altro accumula ritardi siderali nelle consegne, senza contare le vicende degli effetti collaterali.

Tant’è, nell’ultima ordinanza del generale si parla di una forte accelerazione delle vaccinazioni, procedendo per età dagli over 80 in giù. Ma questo metodo lo prevedeva già il piano Arcuri. Poi, parallelamente, dovrà essere completato anche il ciclo vaccinale per tutto il personale sanitario e socio sanitario e per “tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private”. Ma anche questo procedimento era già previsto dal piano Arcuri. E resta un enigma definire chi siano esattamente gli addetti che operano in presenza. Sulla strada della semplificazione, l’ordinanza è talmente semplice che la Toscana ha scelto di demandare alle strutture stesse il compito di indicare chi siano tali soggetti, mentre l’unità di crisi della Campania è pronta a chiedere chiarimenti in merito. Insomma un’ordinanza copia-incolla senza capo né coda, mentre le dosi scarseggiano e città come Avellino sono state costrette a sospendere le vaccinazioni. E allora occorre un cambio di passo, che non potendo essere applicato sul campo, deve essere applicato ai numeri. Noi fermi a 300mila dosi di media somministrate al giorno (le stesse dell’epoca Arcuri) mentre Germania, Francia e Spagna, che il cambio di passo l’hanno avuto eccome, ne contano rispettivamente 600, 500 e 420 mila. Però, dicono alla TV, con Figliuolo arriveremo a 3 milioni in 10 giorni. Esattamente 300 mila al giorno, solo che dette così sembrano molte di più.

Così come il condono fiscale del governo Draghi, se lo guardi bene, un condono non è. Per Cerasa su Il Foglio è un mezzo per denunciare le inefficienze statali, per Cottarelli è un’operazione di semplificazione. Insomma, come spiega Travaglio su Il Fatto Quotidiano, sarebbe come dire che se fai una rapina e la chiami rapina, rapina non è.

E non è una rapina, questa volta ai danni del paese, neanche la caduta del governo Conte 2 se a farla è Matteo al quadrato (Renzi x Salvini) attraverso l’ingenua inconsapevolezza della Boschi e la “mano sapiente” del leghista (della primissima ora) Ferramonti, e se poi Bisignani, che qualche rapporto con Ferramonti l’ha avuto, scrive su Il Tempo del 7 febbraio che “grazie a Renzi e a un Mattarella risvegliatosi in zona Cesarini, l’Italia avrà un governo autorevole”.

Peccato però che dell’autorevolezza di questo governo finora non ve ne sia traccia se non nei confronti di alcuni soliti noti che dettano la linea all’esecutivo secondo il mantra feltriano per il quale gli italiani sono ricchi soprattutto grazie alle diseguaglianze.

d.A.P.

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